AUTOSTRADE LIGURI BLOCCATE E DISAGI. POSSO ESSERE RISARCITO?

Lug 27, 2020 | Altri servizi

Sono ormai mesi, in pratica da quando è finito il lockdown, che qui in Liguria la situazione delle autostrade è diventata insostenibile.

Ciascuno di noi, sia nell’ambito di spostamenti urbani che extraurbani, è rimasto almeno una volta imbottigliato a causa della miriade di lavori in corso, chiusure, limitazioni ad una carreggiata, che via via ci troviamo davanti lungo il percorso.

È decisamente paradossale e quantomeno beffardo, poi, che tali blocchi si stiano verificando proprio a pochi giorni dall’inaugurazione del nuovo Ponte San Giorgio.

I disagi sono innumerevoli, la frustrazione tanta, e spesso tutto ciò si trasforma in rabbia.

Viene quindi da chiedersi se il singolo cittadino, in questi casi, abbia qualche diritto in chiave risarcitoria, in relazione con il tempo perduto in coda a causa delle negligenze altrui.

In queste poche righe proveremo a fare chiarezza, anticipandovi sin d’ora che la risposta non vi piacerà del tutto.

Il tema del risarcimento per essere rimasto bloccato in coda non è del tutto nuovo, ed è capitato in passato che le autorità giudiziarie abbiano emesso qualche provvedimento; prenderemo spunto da questi, quindi, per capire quali sono i principi applicabili.

È il caso, ad esempio, della Sentenza pronunciata dal Giudice di Pace di Bolzano nel 2009: un automobilista era rimasto bloccato per ore a causa di un incidente, che però non era stato preventivamente segnalato.

Risultato: ore in coda.

In quel caso il Giudice aveva riconosciuto la responsabilità della Società Autostrade del Brennero sulla base del fatto che al casello non c’erano indicazioni di traffico o interruzione della carreggiata; ciò nonostante dopo poche centinaia di metri l’automobilista era rimasto bloccato sulla bretella di immissione, dietro la coda formatasi per un incidente avvenuto 2 ore prima.

La Sentenza sopra citata ci permette di estrapolare un importante principio: rimanere bloccati in coda non rappresenta, di per sé, una sufficiente motivazione per pretendere un risarcimento: deve esistere un’ulteriore condotta negligente.

In questo caso la mancata segnalazione dell’incidente.

Applicando ciò ai disagi odierni viene da dire, quindi, che paradossalmente la posizione del concessionario dell’autostrada sia in questo momento tranquilla (da questo punto di vista), posto che in questo momento è sulla bocca di tutti il fatto che ci siano lunghissime code, tanti lavori in corso, molte chiusure anche di uscite autostradali rilevanti.

In questo momento chi si mette in viaggio lo fa, quindi, con un certo grado di consapevolezza circa il fatto che con molta probabilità passerà del tempo bloccato nel traffico.

Ciò è, ovviamente, tremendamente ingiusto, ma non ci si sente in questa sede di poter affermare che si abbia diritto di per sé ad un generico risarcimento del danno.

Ovviamente si potrà parlare di rimborsi di quanto pagato al casello, e ciò è sacrosanto, ma non di molto di più.

Ovviamente la regola generale appena esposta va parametrata con le precise circostanze del caso, nelle quali è possibile che, comunque, alcuni disagi (come ad esempio la chiusura di un’uscita, o la deviazione del traffico su di una strada che fa allungare eccessivamente il percorso) siano risarcibili.

Ma bisognerà valutare singolarmente ogni caso e, soprattutto, munirsi delle prove del fatto che un determinato problema di circolazione non fosse stato preventivamente segnalato.

In quei casi si potranno far valere le proprie ragioni nelle opportune sedi.

Per ogni ulteriore chiarimento rimaniamo, come di consueto, a Vostra disposizione.