Oggi torniamo a parlare di locazioni, ed in particolare di una clausoletta che spesso passa inosservata, con esiti a volte molto negativi.
Ci stiamo riferendo alla c.d. “clausola risolutiva espressa”.
Ma di cosa stiamo parlando? Facciamo un poco di chiarezza.
La clausola risolutiva espressa trae origine dal codice civile, ed in materia contrattuale stabilisce che “I contraenti possono convenire espressamente che il contratto si risolva nel caso che una determinata obbligazione non sia adempiuta secondo le modalità stabilite“.
Applicando ciò ad un contratto, come quello di locazione, significa che il mancato adempimento (come il pagamento del canone) può portare, in automatico, alla risoluzione del contratto.
Questa pattuizione può diventare molto sgradevole, soprattutto quanto la clausola viene predisposta in maniera molto severa, ad esempio se si prevede che anche solo il mancato pagamento di un singolo canone di locazione o semplicemente di parte di esso può portare alla risoluzione del contratto (e nel caso della locazione, allo sfratto).
Ma ciò è legale? La risposta non può essere che positiva, in quanto la norma sopra citata parla espressamente di “non sia adempiuta secondo le modalità stabilite”.
E le modalità vengono stabilite, in sede di sottoscrizione, proprio dalle parti del contratto!
Ci è capitato, in alcuni casi, di ricevere clienti che, magari dopo non aver saldato completamente un singolo canone di locazione, si sono visti recapitare un atto di sfratto, ritenendolo ingiusto nell’erronea convinzione che il proprietario avrebbe dovuto aspettare che si concretizzasse una mora di più di due mensilità.
In realtà la clausola risolutiva espressa supera questa disposizione; ma mentre un eventuale sfratto può essere sanato nell’ambito della locazione abitativa (pagando però le spese legali), ciò non succede in quella commerciale, dove lo sfratto viene comunque pronunciato.
Cosa significa?
Che si rischia di essere sfrattati, magari per una banale dimenticanza.
Né potranno venire in aiuto eventuali scusanti e/o valutazioni del Giudice circa l’esiguità del canone non pagato; la clausola risolutiva espressa, infatti, è potenzialmente tranciante oltre che oggettiva: se non paghi, anche magari solo 10 Euro (se previsto dal contratto), sei fuori.
È bene, pertanto, controllare attentamente, soprattutto in fase di sottoscrizione, la presenza di dette clausole: le sorprese, infatti, sono sempre dietro l’angolo e, spesso, sono molto negative.
Noi come sempre rimaniamo a disposizione per eventuali chiarimenti, ricordandovi che prevenire è meglio che curare!