Oggi torniamo a parlare di recupero crediti.
Spesso e volentieri, infatti, sia che ci si trovi dal lato del creditore, sia che ci si trovi dal lato del debitore, non si ha ben presente a cosa si va incontro e quali siano gli strumenti a disposizione propria, o della controparte.
Ciò può portare ad atteggiamenti inconsapevoli e parimenti dannosi: da una parte si potrebbe rinunciare ad agire per recuperare un credito, scoraggiati in partenza da tempistiche lunghe ed incertezza di risultato, unito a costi non indifferenti; dall’altra si potrebbe pensare di essere introvabili, salvo poi incappare in brutte sorprese.
In entrambi i casi è importante essere a conoscenza di alcune strumenti recentemente introdotti dal legislatore al fine di facilitare la ricerca, da parte del creditore, di beni pignorabili.
Fino a qualche anno fa, infatti, le ricerche dei conti corrente e di eventuali stipendi da pignorare al debitore erano attività riservate agli investigatori privati.
L’avvocato di turno, privo di mezzi di ricerca, spesso iniziava la propria attività di recupero forzoso del credito con un pignoramento in casa o presso l’attività lavorativa del debitore, sui beni mobili: oggi però tali soluzioni hanno scarsi effetti positivi (dalla vendita forzosa di un divano, ad esempio, si ricava poco o nulla) e, al contrario, possono portare costi elevati, oltre ad una grande perdita di tempo.
Rintracciare, poi, il conto corrente del debitore era spesso un’attività basata molto sulla fortuna, in mancanza di informazioni “fresche” ed affidabili.
Un debitore accorto, pertanto, si sentiva abbastanza tranquillo.
Oggi, al contrario, anche gli avvocati è fornito uno strumento per accedere a dati certi di questo tipo.
Tale strumento è denominato “accesso all’anagrafe tributaria” e permette di accedere a numerosi dati, quali ad esempio: ultime dichiarazioni dei redditi, dichiarazione IVA, scoprire eventuali datori di lavoro, scoprire se il debitore è intestatario di conti corrente, , titolare di una pensione oppure finanziamenti o cassette di sicurezza (ebbene sì, anche la cassetta di sicurezza è pignorabile).
Questa recente normativa ha facilitato molto l’attività di recupero del credito, rendendolo:
- più rapido (si va a colpo sicuro e si ottengono i dati più rapidamente, inoltre il pignoramento dei conti corrente è molto più veloce, in 3/4 mesi di solito si conclude il tutto);
- meno costoso (si effettuano molti meno tentativi “a vuoto”, ed il pignoramento dei conti corrente costa molto meno rispetto a quello di beni mobili);
- molto più efficace.
Alla luce di queste recenti novità, pertanto, mi sento di dare due ordini di CONSIGLI:
- a chi ha contratto dei debiti, ma sa di avere uno stipendio, una pensione, un conto corrente attivo: non trascurate queste situazioni, in quanto potreste trovarvi in situazioni spiacevoli (ad esempio un conto bloccato), con costi magari raddoppiati rispetto al debito di partenza;
- a chi, al contrario, vanta dei crediti: agite rapidamente, tramite un legale, in quanto in queste situazioni spesso chi prima arriva riesce a recuperare qualcosa; e soprattutto non scoraggiatevi alla prima difficoltà: il vostro legale di fiducia può consigliarvi al meglio sulla soluzione migliore da adottare.
Come sempre, siamo a disposizione per ogni tipo di approfondimento ed informazione sul tema, ricordando sempre che prevenire è meglio che curare!